I disturbi mentali nei Paesi poveri sono largamente diffusi e si collocano molto in basso nella lista delle priorità sanitarie, dove invece hanno la precedenza malattie con una maggiore incidenza diretta sulla mortalità. Di conseguenza le risorse umane ed economiche dedicate alla salute mentale risultano gravemente insufficienti. In Europa il numero di psichiatri ogni 100.000 abitanti è 7,43. Nell’Asia sudorientale questo valore scende a 0,36 e precipita a 0,07 se riferito all’Africa (dati WHO Atlas 2014). Allo stesso modo risulta grave la condizione di vita di milioni di bambini con disabilità nei paesi in via di sviluppo. La maggior parte di loro non ha accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione (90% secondo dati Unicef). Stigma, pregiudizio, vergogna ed esclusione colpiscono milioni di persone in quasi tutte le società e specialmente nei paesi in via di sviluppo, dove malattia mentale e disabilità spesso non vengono considerate condizioni mediche ma viste come una debolezza, una punizione per un comportamento immorale, talvolta un effetto provocato da spiriti malvagi. Anche quando riconosciute come patologie, il trattamento è inadeguato o addirittura disumano. Da qui l’isolamento e l’abbandono.
Cittadinanza intende restituire alle persone con disturbi psichici e disabilità il volto di cittadino, rendendole nuovamente titolari di diritti.
Lavoriamo affinché le persone abbiano accesso ad assistenza sanitaria, psicologica e sociale di qualità, tramite lo sviluppo di servizi socio-sanitari e la formazione delle competenze dello staff locale. I nostri progetti affiancano alla riabilitazione e al trattamento sanitario il reinserimento sociale e l’inclusione scolastica delle persone con disabilità mentale. Operiamo in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, associazioni locali e internazionali, istituti di formazione e ricerca.