Sono stati e rimangono ad oggi giorni molto duri per l’Etiopia.
Il paese è, infatti, teatro di una profonda crisi politica e sociale, in particolar modo in seguito alla decisione di posticipare le elezioni politiche previste per maggio e all’uccisione del popolare attivista Oromo Hachalu Hundessa, avvenuta lo scorso 29 giugno.

Da fine giugno in tutta la regione dell’Oromia,  dove Cittadinanza svolge le sue attività sia all’interno dell’ospedale St. Luke sia con l’associazione VCBRA, si susseguono manifestazioni e violente proteste di persone che hanno attaccato proprietà private e contribuito, assieme alla repressione delle forze di sicurezza, all’uccisione di più di 200 persone.

A questa grave situazione sociale si aggiunge l’emergenza sanitaria: i casi di COVID-19 sono infatti saliti in modo molto preoccupante nelle ultime settimane, sebbene il numero esiguo di test che in governo è in grado di effettuare (circa seimila al giorno in tutto il paese).
Ad oggi si contano 58.672 contagiati e 918 decessi.

Nonostante il drammatico quadro sia dal punto di vista politico che sanitario, i nostri partner in Etiopia continuano a lavorare per il sostegno ed il supporto alle persone più vulnerabili del paese.

Dentro il St. Luke – ambulatorio di salute mentale e fisioterapia

Lo staff dell’ospedale St. Luke è sempre stato attivo, sia per quanto riguarda l’ambulatorio di fisioterapia che quello di salute mentale, nonostante delle difficoltà iniziali subite da tutto l’ospedale a causa della paura del contagio e delle restrizioni nei trasporti.

All’interno dell’ambulatorio di fisioterapia, ogni lunedì, vengono effettuate visite e sessioni di riabilitazione per i bambini con disabilità e contemporaneamente vengono organizzate delle attività di sensibilizzazione che mirano ad aumentare la consapevolezza dei genitori riguardo alle disabilità dei loro bimbi e a dar loro gli strumenti adeguati a gestire le problematicità anche a casa.  Maeza, la fisioterapista principale dell’ospedale, è ancora in maternità ed il neoassunto Tesfalem porta avanti tutte le attività sia con i bambini che con gli adulti.

I colleghi dell’ambulatorio di salute mentale non hanno riportato alcuna diminuzione negli accessi dei pazienti, nonostante molti di questi provengano da aree molto lontane dall’ospedale.  Al contrario, si sono verificati nuovi accessi proprio dovuti agli effetti negativi sulla salute mentale delle persone sia del COVID-19 sia delle tensioni sociali presenti nel paese. Questo ci fa ipotizzare che l’ambulatorio di salute mentale del St. Luke stia diventando un punto di riferimento per tutto il territorio di Wolisso per quello che riguarda la vulnerabilità psicologica e che i pazienti abbiano un rapporto di fiducia ormai consolidato con lo staff.

La problematicità maggiore riscontrata da parte dell’ospedale è la difficile reperibilità di alcuni farmaci, anche a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.

Fuori dall’ospedale – la distribuzione di alimenti con VCBRA

Fuori dall’ospedale continua la distribuzione di alimenti e presidi sanitari da parte di VCBRA, resa possibile grazie alla generosità dei nostri donatori. Nonostante restrizioni, manifestazioni e tensioni, la prima distribuzione è stata effettuata con successo per tutti i bambini individuati e gli operatori di VCBRA effettueranno, nei prossimi giorni, la seconda. VCBRA rappresenta per noi una risorsa fondamentale in un momento di emergenza di queste dimensioni, perché ci consente di avere informazioni e restare connessi ai bambini e alle loro famiglie, in particolare a coloro che abitano nelle zone più rurali e hanno più difficoltà ad accedere all’ospedale e ad altre forme di supporto”.

Parte delle attività del progetto Etiopia sono previste dal progetto “WAVE” – CUP n.  E12C190000600 (realizzato con il contributo della Regione Emilia Romagna)