Potrei riassumere la mie esperienza, sia personale che lavorativa, utilizzando la suddetta citazione  di Sant’Agostino “Il mondo è un libro, e chi non viaggia ne legge solo la prima pagina”. Eh già, il libro. Strumento indispensabile per la mia formazione come professionista, ma altrettanto da arricchire con le esperienze personali. Questa citazione calza quindi decisamente a pennello, un ottimo filo conduttore tra la mia esperienza personale (di uomo e cittadino del mondo) e quella lavorativa, come psicologo-psicoterapeuta che si occupa del benessere dei bambini. La volontà di migliorare le mie abilità nel cercare di aiutare il prossimo, il “piccolo prossimo”, indipendentemente dal contesto in cui trovi, mi ha condotto a conoscere la realtà di cittadinanza: ed è grazie a loro che ho avuto l’occasione di vedere, aiutare ma soprattutto imparare molte cose dal contesto kenyano. Mettermi in discussione come persona e come clinico è stata un’avventura decisamente appassionante: prima di partire mi immaginavo cosa potesse significare valutare e impostare dei trattamenti riabilitativi in un contesto di deprivazione come in uno slum, ma l’immaginazione aveva una visione superficiale rispetto alla realtà, rispetto alle vere problematiche di quei luoghi.

Confrontarsi con il contesto, rapportarsi con credenze ormai sepolte da secoli dalle intuizioni scientifiche, rendeva l’impostazione e l’attuazione del lavoro sicuramente molto più ardua rispetto al contesto di casa. Gli stessi spazi fisici e i materiali clinici erano decisamente limitati pertanto mi hanno obbligato ad attivare il cervello, “scavare” nei miei modelli evolutivi acquisti durante il mio percorso di formazione in Italia, ed inventare compiti che mi permettessero di raggiungere una conoscenza del bambino tale da poterlo aiutare. Mi hanno obbligato a crescere. Lavorare con lo staff di Paolo’s Home, con le loro modalità di approccio alla riabilitazione ed educazione infantile, mi ha permesso di ampliare il mio bagaglio esperienziale, sia come professionista che persona. Pertanto il ringraziamento va a loro, ai miei maestri e a cittadinanza, che mi ha permesso di poter cercare di essere d’aiuto in un contesto sicuramente diverso dal nostro, e di aggiungere una pagina di quel famoso libro che è il mondo. (Davide, neuropsicologo dello sviluppo)