Da giorni siamo in contatto con operatori e associazioni locali per capire come restare accanto alle famiglie anche in questo particolare momento. Siamo riusciti a contattare le famiglie nonostante la chiusura del centro e stiamo valutando i margini di azione sul campo, purtroppo non semplici, sia per le disposizioni governative sia per la pericolosità della situazione. Muoversi a Kibera in questo momento può essere molto rischioso, occorre trovare un modo efficace che permetta agli operatori di agire in sicurezza e tuteli anche le famiglie beneficiarie. Gli aggiornamenti di Bruna da Nairobi, con un focus sui rischi per i bambini di Kibera.


6 aprile 2020

“In Kenya le persone positive al Coronavirus sono ormai 142; erano 42 una settimana fa. Questo incremento fa temere che le misure messe in atto tempestivamente dal governo alla scoperta del primo caso non siano servite a bloccare il contagio.

Anche i morti sono saliti da 1 a 4 in una settimana. Il quarto è un bambino di 6 anni, giá malato per una grave forma di anemia cronica. E’ arrivato fino all’unitá di terapia intensiva del Nairobi Hospital, uno dei migliori del paese, prima che gli fosse diagnosticata il Covid 19. Prima di soccombere alla malattia, é stato visto da numerosi medici e paramedici inconsapevoli, con le conseguenze che si possono immaginare.

Anche i bambini sono dunque a rischio, soprattutto se hanno giá altri problemi di salute. Non si puó non pensare con un tuffo al cuore ai piccoli in cura a Paolo’s Home, tutti di salute cagionevole, parecchi malati seriamente. Nessuna delle loro famiglie è nelle condizioni di farli curare, nel caso fosse necessario. Molte non sono neppure in grado di dare loro cibo sufficiente e adeguato ad una dieta ricca e bilanciata, importantissima per rafforzare le loro difese immunitarie.

A Paolo’s Home i piccoli pazienti ricevono normalmente 3 pasti al giorno, grazie al supporto economico fornito da Cittadinanza. Dalla metá di marzo peró i bambini sono a casa. Il centro, infatti, è stato chiuso in ottemperanza alle disposizioni governative per controllare la diffusione del virus. Una delle prime misure decise è stata infatti la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Nessuno sa quando le lezioni potranno riprendere.

In Kenya le scuole primarie, anche quelle governative, forniscono agli scolari un pasto e altri supplementi nutritivi, come il latte. Con la chiusura delle scuole a tempo indeterminato i figli delle famiglie piú bisognose perdono cosí non solo le lezioni, e forse un intero anno scolastico, ma anche un supporto nutrizionale fondamentale per il loro armonioso sviluppo fisico e cognitivo. Non solo i bambini che frequentano ora il centro, ma anche i bambini dimessi da Paolo’s Home e inseriti nelle scuole del territorio a loro piú adatte sono ora a rischio malnutrizione, con conseguenze sicure per la tenuta dei progressi raggiunti grazie alla riabilitazione.

La situazione è dunque difficile e grave per tutti nel paese, ma in particolare per i bambini delle famiglie meno abbienti e ancor di piú per i piccoli disabili che hanno bisogni ancor piú impellenti. Per noi è motivo di grande preoccupazione. Stiamo elaborando un piano per poterli supportare anche in questa emergenza. Vi faremo sapere al piú presto cosa saremo in grado di fare.

Bruna Sironi, dal 2018 nostra volontaria a Nairobi, collabora stabilmente con la rivista Nigrizia e ha alle spalle oltre 20 anni di cooperazione in Africa.