In Kenya, sebbene la costituzione garantisca il diritto alla salute sessuale e riproduttiva, i dati mostrano una situazione preoccupante e la disinformazione sulla tematica è dilagante. Ce ne parla Bruna Sironi – volontaria di Cittadinanza Onlus a Nairobi – sottolineando come, dopo i mesi di lockdown forzati legati alla pandemia, fare qualcosa sia ancora più urgente. Paolo’s Home ci prova.

Le conseguenze del Covid tra violenze, gravidanze, maternità e matrimoni precoci

Durante i lunghi mesi del lockdown a causa della pandemia per il Covid 19, in Kenya, come altrove del resto, sono scoppiati problemi sociali latenti che non hanno piú potuto essere sottovalutati e sottaciuti dalle autoritá e dai mezzi d’informazione.

Il primo, forse il piú grave, certamente il piú dibattuto, è quello delle gravidanze, maternitá e matrimoni precoci. Secondo i dati raccolti nella ricerca “Promesse da mantenere: l’impatto del Covid sugli adolescenti in Kenya” promosso da un’unitá dell’Ufficio esecutivo del Presidente, nel primo anno della pandemia 318.000 ragazzine sono rimaste incinte, un numero decisamente rilevante. La maggior parte di loro non hanno ripreso la scuola, anche se dovevano sostenere solo gli esami finali. Piú di 100.000 sono stati i matrimoni di ragazze minorenni, il 44% dovuti ad una gravidanza. Il 24% sono state unioni forzate. In crescita anche violenze fisiche e sessuali ai danni di adolescenti e delle ragazzine in particolare e delle donne in genere. Grossi problemi da sempre nel paese, sottolinea il rapporto, esacerbati dallo stress dovuto all’incertezza del futuro per la crisi economica causata dai provvedimenti per contenere il contagio e dalla convivenza forzata in spazi angusti.

La disinformazione sulla salute riproduttiva

Se si scorrono le raccomandazioni per far fronte alla situazione, si legge, tra l’altro, che è necessario migliorare l’informazione sulla salute sessuale e riproduttiva che comprende, tra l’altro: i danni provocati dalle gravidanze precoci e la loro prevenzione, conoscenza del funzionamento dell’apparato riproduttivo, pianificazione familiare e contraccezione, prevenzione e trattamento delle infezioni trasmesse sessualmente, compresa l’HIV/AIDS. Tutte queste informazioni vengono considerate scarse non solo tra le ragazzine, ma anche tra le donne adulte. Un centro specializzato in materia ha pubblicato lo scorso febbraio una ricerca effettuata in alcune contee del paese, tra cui Nairobi. Ha trovato che il 58% delle donne non sanno dove trovare risposta al loro bisogno di pianificazione familiare e che l’82% di quelle che non ricorrono alla pianificazione familiare non ne ha mai parlato con un operatore sanitario, anzi non ha mai visitato un presidio sanitario nell’anno precedente la ricerca. Eppure, dice il documento, il diritto alla salute, compresa la salute sessuale e riproduttiva, è previsto in modo esplicito all’articolo 35 della costituzione del paese, in vigore dal 2010.

I dati preoccupanti

Questa deplorevole situazione ha come risultato indici preoccupanti di mortalitá materna e infantile. Secondo i dati piú recenti – risalenti al 2017, pubblicati da Wikipedia in base a documenti ufficiali – il Kenya ha un tasso di mortalitá materna – definita dall’Organizzazione mondiale della sanitá come la morte durante la gravidanza e nei 42 giorni successivi al parto – di 342 su 100.000 nascite; il tasso dell’Italia é di 2; il tasso medio globale è di 211. Per quanto riguarda invece la mortalitá infantile, cioè entro il primo anno di vita, nel 2000 in Kenya sono morti 29,8 bambini ogni 1000 nati vivi, in linea con la media globale; in Italia 3,2.

Per quanto riguarda l’HIV/AIDS, secondo dati dell’UNAIDS, l’organizzazione specializzata dell’Onu nel settore, nel 2019 il Kenya era al 13° posto nel mondo per la prevalenza dell’infezione tra gli adulti, con il 4,80%, che si traduce in un milione e mezzo di ammalati e 21.000 morti all’anno; molti positivi all’infezione sono concentrati negli slum di Nairobi. Oggi la situazione non é sostanzialmente cambiata.

La situazione sopra descritta si traduce spesso anche nella nascita di bambini con problemi nello sviluppo motorio e/o cognitivo.

Il contributo di Paolo’s Home

A Paolo’s Home abbiamo toccato con mano la diffusa disinformazione sui temi della salute sessuale e riproduttiva, ma anche il grande interesse di saperne di piú. Nel progetto finanziato l’anno scorso dalla Regione Emilia Romagna erano previsti approfondimenti sui temi legati alla nutrizione. La nutrizionista ha accennato anche a temi riguardanti la salute riproduttiva in relazione ad una corretta alimentazione. Le domande delle mamme presenti sono state cosí numerose, e di uno spettro cosí vasto, che, con un ritaglio di budget, abbiamo deciso di approfondire anche questo tema. Ci sono state il doppio delle presenze previste sia nel centro di Kibera che nell’ambulatorio di Riruta.

Nel progetto di quest’anno abbiamo perció inserito un vero e proprio approfondimento del tema. Si parlerá di igiene della mamma e del bambino; dell’importanza dell’allattamento al seno; della prevenzione delle principali malattie contagiose, compreso l’HIV/AIDS e il Covid 19; dell’apparato riproduttivo femminile e maschile e del ciclo della vita riproduttiva; dei piú comuni metodi di pianificazione familiare; delle piú importanti informazioni per una gravidanza ed un parto sicuri; di alcune malattie dell’apparato riproduttivo come il cancro cervicale e i fibromi, dei loro sintomi e a chi rivolgersi per la diagnosi e la cura.

Speriamo che la nostra proposta venga finanziata in modo da poter mettere a punto un pacchetto di informazioni da ripetere ogni anno, come contributo al sostegno al diritto della salute sessuale e riproduttiva prevista dalla costituzione del Kenya, di basilare importanza per tutte le donne keniane a partire dalle mamme dei bambini sostenuti nel nostro progetto.

Bruna Sironi, dal 2018 volontaria di Cittadinanza a Nairobi, collabora stabilmente con la rivista Nigrizia e ha alle spalle oltre 20 anni di cooperazione in Africa.

Le attività del progetto Paolo’s Home sono realizzate all’interno del progetto SPARK 2: PROTEZIONE SANITARIA, ACCESSO A CIBO, RIABILITAZIONE ED EMPOWERMENT PER I BAMBINI CON DISABILITÀ E LE LORO MADRI NELLE AREE SVANTAGGIATE DI NAIROBI (KENYA) – FASE 2 (ID 44) – Kenya (paese prevalente) – CUP n. E49J21016600009 della Regione Emilia Romagna e con il contributo della Chiesa Valdese e della Fondazione Irma Romagnoli.