Gli effetti della crisi sanitaria ed economica legati all’epidemia di Covid-19 sono molteplici. Bruna Sironi, volontaria di Cittadinanza residente a Nairobi, ci racconta che in Kenya le famiglie – già in difficoltà prima della diffusione del Coronavirus – non riescono più ad assicurare ai loro figli un’alimentazione sufficiente. Per i bambini con disabilità di cui Paolo’s Home si prende cura la situazione è ancora più precaria.
I bambini e la malnutrizione in Kenya
Mettere qualcosa nel piatto almeno due volte al giorno è sempre stato uno dei problemi piú pressanti per molte delle famiglie dei bambini che seguiamo a Paolo’s Home. Ora, con le misure di contenimento della pandemia decise dal governo e la crisi di molti dei settori economici in cui lavorano, o meglio lavoravano, molti dei loro genitori, la situazione si è molto aggravata. Procurarsi cibo sufficiente è diventato un percorso ad ostacoli per molti cittadini del Kenya, tra disoccupazione e diminuzione del reddito a causa della pandemia e proporzionale aumento dei prezzi dei beni di prima necessitá a causa della crisi economica conseguente. Chi ne fa le spese sono, come sempre, i gruppi sociali piú deboli e tra loro in particolare i bambini.
La situazione è descritta in modo preciso da un articolo di approfondimento pubblicato il 13 luglio scorso dal maggior quotidiano del Kenya, il Daily Nation. Secondo i dati presentati, basati su quelli ufficiali del dipartimento di statistica del governo, su un totale di 7,22 milioni di bambini sotto i 5 anni, 1,8 milioni, cioè il 26%, sono cronicamente malnutriti e soffrono di rallentamenti nella crescita e di malattie potenzialmente invalidanti quali il rachitismo. Di questi, l’11% sono sottopeso. I bambini malnutriti si ammalano piú degli altri di diarrea, infezioni respiratorie, polmonite, malaria e anemia. E muoiono in percentuale maggiore. Il 19,4% di tutte le morti di bambini sotto i 5 anni sono direttamente correlate alla malnutrizione.
Inoltre, la malnutrizione infantile incide pesantemente per tutta la vita. Una percentuale significativa di bambini malnutriti ha risultati scolastici non soddisfacenti. In percentuale rilevante vengono bocciati e non finiscono neppure la scuola primaria. Perció da adulti, molto spesso riescono a lavorare solo nel settore informale, a giornata, senza nessuna garanzia di continuitá salariale. E il ciclo della miseria ricomincia.
L’importanza della dieta per un bimbo con disabilità
La situazione è particolarmente critica per i bambini con disabilitá. Per loro una dieta sufficiente a coprire il fabbisogno energetico ma anche sana ed equilibrata è doppiamente indispensabile perché partono da una condizione svantaggiata. Nutrienti specifici sono necessari per il recupero fisico, per il miglioramento delle condizioni neurologiche e psicologiche e per lo sviluppo cognitivo in genere. Per esempio, un insufficiente apporto di ferro e zinco è associato a ritardi nella crescita e nello sviluppo, a difese immunitarie deboli e dunque a una maggior vulnerabilitá alle malattie infettive. Un sufficiente apporto di glucosio è necessario per l’attivitá cerebrale e lo sviluppo della memoria, base dell’apprendimento. Cosí come il calcio è necessario per lo sviluppo scheletrico e non solo.
La risposta di Paolo’s Home
Per questo a Paolo’s Home, dove prendiamo in carico bambini con disabilitá di fasce sociali particolarmente svantaggiate, forniamo ai bambini che frequentano il centro diurno 3 pasti bilanciati, preparati secondo la tradizione culinaria locale. Nei frequenti incontri con le madri, gli operatori del centro toccano spesso anche i problemi relativi alla dieta in relazione alla crescita e al miglioramento delle condizioni psicofisiche del bambino. Ma nel tempo si é evidenziata la necessitá di affrontare il tema in modo piú approfondito e competente.
Abbiamo cominciato ad aumentare l’attenzione per il consumo di verdura, introducendo l’uso di piccoli e piccolissimi orti urbani. Quest’anno abbiamo intensificato l’attivitá con l’intervento di una nutrizionista che ha coinvolto le mamme, e anche lo staff, in attivitá pratiche per la conoscenza dei principi nutritivi degli alimenti piú comuni. E’ risultato evidente che era scarsissima la percezione della necessitá di fornire non solo cibo sufficiente a riempire lo stomaco, ma anche ricco dei nutrienti necessari allo sviluppo del bambino. Nutrienti che vengono salvaguardati, o distrutti, dal modo di preparare il cibo. Per questo si sono svolte anche dimostrazioni pratiche che hanno svelato tutti gli errori quotidianamente perpetrati in cucina – cottura troppo prolungata della verdura, eliminazione dell’acqua di cottura con tutti i sali minerali che contiene, uso troppo frequente della frittura e troppo abbondante di olio, spesso di pessima qualitá, ecc. – e hanno evidenziato le buone pratiche, semplici da adottare e preziose per servire in tavola un cibo buono e salutare. A riprova dell’interesse del tema, i corsi sono stati seguiti da una novantina di mamme, invece della cinquantina previste.
Le attivitá descritte, che, per la loro importanza nel sostegno al recupero psico fisico dei bambini con disabilitá saranno integrate da quest’anno nel lavoro di routine di Paolo’s Home, sono state possibili grazie al sostegno continuo dei nostri donatori, privati e istituzionali, che non ci stancheremo mai di ringraziare per conto dei bambini e delle famiglie che ne traggono concreti e tangibili benefici.
Bruna Sironi, dal 2018 volontaria di Cittadinanza a Nairobi, collabora stabilmente con la rivista Nigrizia e ha alle spalle oltre 20 anni di cooperazione in Africa.
Le attività del progetto Paolo’s Home sono realizzate all’interno del progetto SPARK 2: PROTEZIONE SANITARIA, ACCESSO A CIBO, RIABILITAZIONE ED EMPOWERMENT PER I BAMBINI CON DISABILITÀ E LE LORO MADRI NELLE AREE SVANTAGGIATE DI NAIROBI (KENYA) – FASE 2 (ID 44) – Kenya (paese prevalente) – CUP n. E49J21016600009 della Regione Emilia Romagna e con il contributo della Chiesa Valdese e della Fondazione Irma Romagnoli.