Lunedí prossimo a Paolo’s Home riprenderanno le terapie, dopo circa tre mesi di interruzione a causa dell’epidemia da Covid 19.

Il centro non sará pienamente operativo, ma lo staff ha concordemente deciso che non si poteva prolungare oltre questo periodo di chiusura totale. I piccoli pazienti hanno bisogno di continuare al piú presto i trattamenti di recupero loro necessari.

La decisione è stata presa nonostante che il contagio nel paese sembri diffondersi sempre piú velocemente. Ieri, 18 giugno, i positivi erano 4257, con un aumento di 213 in un solo giorno e di oltre un migliaio in una settimana, mentre i morti accertati erano 117, 10 in piú rispetto al giorno precedente. Di gran lunga gli aumenti maggiori dall’inizio dell’epidemia in Kenya. Per questo il governo ha deciso di prolungare almeno fino alla fine di giugno le misure di contenimento come il coprifuoco, il blocco di alcune aree del paese, la chiusura delle frontiere. Ma le scuole riapriranno solo in settembre.

A Paolo’s Home le attivitá riprenderanno nel massimo della sicurezza possibile. I terapisti e gli educatori del centro saranno dotati di mascherine N95 e di tutti i dispositivi per la protezione individuale necessari. Per rispettare le misure di distanziamento sociale ed evitare assembramenti, i piccoli pazienti potranno accedere al centro solo su appuntamento.

Riprenderanno le attivitá anche per i bambini che frequentavano il centro diurno, ma anche per loro sono previsti solo interventi individualizzati e su appuntamento.

Per ora funzionerá solo il centro di Kibera, dove gli spazi sono sufficientemente ampi per permettere di mettere a punto una modalitá di lavoro sicura sia per i piccoli pazienti e i loro accompagnatori che per il nostro staff. Ma giá si sta discutendo di come ricominciare il lavoro anche nell’ambulatorio di Riruta, nella sala messa a disposizione nel complesso di Kivuli, dove lo spazio piú ristretto richiede attenzioni anche maggiori per evitare ogni rischio di contagio.

Bruna Sironi, dal 2018 volontaria di Cittadinanza a Nairobi, collabora stabilmente con la rivista Nigrizia e ha alle spalle oltre 20 anni di cooperazione in Africa.