Era giugno 2013 quando decisi, subito dopo la laurea, di partire per l’Africa. Avevo bisogno di scoprire me stessa e sentivo il bisogno di vedere la vita da un’altra prospettiva. Avevo anche un altro obiettivo per questo viaggio e cioè capire a che punto era il progetto del Centro “Paolo’s Home”. Volevo vedere gli sviluppi che c’erano stati e riportare ai miei genitori una testimonianza di quello che fino a qualche anno prima era solo un progetto per loro e per le persone che come noi amavano
Paolo.

Spendo solo due parole su di lui perché mi sembra doveroso farlo per capire anche meglio cosa c’è dietro questo progetto. Paolo è stata la persona che mi ha insegnato ad amare la vita. Un ragazzo pieno di un amore incondizionato per la vita. A pochi anni gli diagnosticarono la distrofia muscolare e nel giro di poco tempo la malattia lo costrinse sulla sedia a rotelle per poi renderlo completamente infermo. Un solo muscolo continuò per tutta la sua vita a funzionare, il muscolo del sorriso.

Paolo, amico carissimo dei miei genitori, mi vide nascere e crescere. Nel periodo delle scuole medie passavo con lui molti pomeriggi, mi piaceva stare con lui. Mi piaceva vederlo aggredire la vita con passione per l’informatica e senza vergogna o imbarazzo di fronte a nessuno. Usciva con la sua sedia a rotelle super tecnologica per quel tempo, con mio padre faceva lunghe passeggiate e mi piaceva stare con loro. Si è battuto una vita per i diritti dei disabili, per ottenere il riconoscimento della dignità che purtroppo a volte passa in secondo piano.

Paolo amava la vita e me lo ricordo come un fiume in piena di idee, pensieri positivi, ottimismo, voglia di scoprire sempre nuove cose, voglia di battersi per i diritti delle persone più deboli. Non l’ho mai sentito lamentarsi nemmeno una volta per la sua situazione e condizione e questo mi ha profondamente segnata. A distanza di anni, nei miei momenti di sconforto, torno a pensare a lui e alla sua voglia di vivere e di essere sempre felice e continua a darmi lezioni di vita.

(Valentina, da Fabriano)