Bruna Sironi, dal 2018 volontaria di Cittadinanza a Nairobi, collabora stabilmente con la rivista Nigrizia e ha alle spalle oltre 20 anni di cooperazione in Africa. Oggi ci regala uno splendido spaccato di quotidianità del centro Paolo’s Home, dove le attività sono riprese a pieno ritmo, seppur con nuove regole per mantenere la sicurezza. La bellezza del ritrovare la normalità…con qualche novità!

Una ritrovata normalità
Da poco piú di un mese il centro Paolo’s Home ha ripreso in pieno le sue attivitá. Il coronavirus ha inciso profondamente nel modo di lavorare, imponendo diverse procedure, ma non ha impedito di
riprendere le attivitá con la consueta competenza e dedizione.

Dalle 8,30 del mattino i bambini che frequentano il centro diurno – 18 in queste settimane, ma
almeno altri due saranno ammessi prossimamente – arrivano sulla schiena delle mamme e vengono raccolti nell’aula piú spaziosa, adiacente ad una piccola cucina, per un bicchiere di porridge caldo, la sostanziosa colazione di tutti i piccoli keniani, il primo dei tre pasti caldi che vengono loro serviti al centro nel corso della giornata. Quando tutti sono presenti, verso le 9, le attivitá iniziano con un canto e una preghiera. In Kenya ogni riunione, ad ogni livello e in ogni ambito, comincia con una preghiera, e cosí i bambini, seppur piccolissimi e con diversi problemi comportamentali e cognitivi,
vengono introdotti alla vita sociale e alle consuetidini del paese.

Nuove regole ed opportunità
Per le attivitá di socializzazione e i giochi per l’apprendimento, a causa della pandemia i bambini
vengono ora, divisi in gruppetti per evitare un contatto troppo ravvicinato e prolungato. Ma questa
necessitá ha finito per migliorare anche il lavoro permettendo di tener piú conto delle diverse
esigenze e possibilitá dei piccoli. L’insegnante, Eunice, organizza le attivitá che poi affida alle
assitenti, cioè alcune delle mamme dei bambini, a rotazione, che cosí imparano anche giochi
stimolanti e altre strategie educative e di apprendimento che possono applicare anche a casa,
contribuendo ad un piú veloce miglioramento delle condizioni dei figli e costruendo con loro un
legame emotivo piú saldo, altro importante fattore che permette di migliorare il benessere
psicologico sia dei bambini che di chi si prende cura di loro.
Intanto Caroline, insegnante di scuola speciale, si dedica al lavoro individuale, stimolando ogni
bambino con giochi ed esercizi strutturati secondo le loro necessitá terapeutiche e di
apprendimento. Alcuni giorni alla settimana al centro lavora anche una logopedista per aiutare i
bambini con problemi nello sviluppo del linguaggio.
Dopo la merenda delle 10,30 i bambini fanno attivitá all’aperto nel cortile adiacente alle aule, per
esporli alla luce del sole, che spesso non entra nelle baracche in cui vivono, ma anche per
minimizzare il pericolo di un eventuale contagio.
Il pranzo, preparato nella grande cucina del centro, è servito alle 13. In questo periodo il cuoco è il
padre di una bambina da poco ammessa alla frequenza del centro diurno.

Benvenuti papà!
Recentemente lo staff ha deciso di offrire anche ai papá la possibilità di lavorare per un periodo a Paolo’s Home. I padri sono spesso spaventati dalla nascita di un figlio disabile. In un paese in cui lo stigma che segna la disabilitá è ancora forte, molti addirittura finiscono per abbandonare la famiglia schiacciati dal peso economico e culturale di un figlio con bisogni speciali. La presenza di un padre tra i lavoratori del centro contribuisce a rompere diversi e radicati pregiudizi.
Con il pranzo, e il pisolino pomeridiano, finisce la giornata dei bambini al centro diurno. Dalle 3 del
pomeriggio, come nelle altre scuole del paese, le famiglie passano a riprendere i figli da portare a
casa.

Fisioterapia per tanti bambini
Intanto nella grande palestra dalle 8,30 si sono alternati i piccoli pazienti che frequentano
l’ambulatorio di fisioterapia della sede di Karanjache son circa una settantina (altrettanti accedono una volta a settimana nella sede distaccata di Kivuli). Dopo una sessione di lavoro con Sep o Janet, direttrice di Paolo’s Home e fisioterapista, i bambini continuano il lavoro di stimolo motorio con le mamme sotto la supervisione degli specialisti. Questo è possibile nonostante le esigenze di distanziamento poste dalla pandemia perché nel nuovo centro, inaugurato alla fine del 2019, la palestra è davvero spaziosa e ben attrezzata. Beneficiano di sessioni di fisioterapia anche i bambini con problemi motori inseriti nella scuole della zona. Arrivano sulla carrozzina che Paolo’s Home ha dato loro in dotazione. Vengono accompagnati da un’assistente scolastica e riportati a scuola da una delle mamme che lavorano con noi. E’ un servizio di grande importanza che permette l’inclusione scolastica senza interrompere le cure necessarie al miglioramento dei piccoli pazienti.
Paolo’s Home ha adottato il metodo della riabilitazione comunitaria e dunque lavora molto anche
con la famiglia e la comunitá in cui il bambino è inserito.
Vi racconteremo come nella prossima puntata.

Le attività del progetto Paolo’s Home sono realizzate all’interno del progetto SPARK- PROTEZIONE SANITARIA, ACCESSO A CIBO, RIABILITAZIONE ED EMPOWERMENT PER I BAMBINI CON DISABILITÀ E LE LORO MADRI NELLE AREE SVANTAGGIATE DI NAIROBI (KENYA) (ID 7) –
Kenya (paese prevalente) – CUP n. E41B20001260003 della Regione Emilia Romagna e con il contributo della Chiesa Valdese e della Fondazione Irma Romagnoli.