I keniani aspettavano con vera ansia il 6 giugno, giorno in cui il presidente Uhuru Kenyatta avrebbe comunicato le decisioni prese dal governo riguardo alle restrizioni imposte alla metá di marzo per contrastare la diffusione del virus Covid 19.

Le condizioni di vita di una buona parte della popolazione sono diventate infatti sempre piú difficili con il passare delle settimane, man mano che le misure causavano perdite di introiti e di posti di lavoro e limitazioni nella libertá di movimento. Molti si aspettavano il ritorno alla normalitá, ma sono rimasti delusi.

Le misure di contrasto al diffondersi della pandemia sono infatti state prorogate di altri 30 giorni, con qualche alleggerimento. Il coprifuoco, ad esempio, è stato accorciato di 3 ore e durerá dalle 9 di sera alle 4 del mattino. Prima iniziava alle 7 di sera, e dunque giá alle 4 del pomeriggio negozi e uffici chiudevano per permettere il ritorno a casa senza rischi per lavoratori e clienti nel traffico caotico di Nairobi. Rimane il blocco delle zone metropolitane di Nairobi e Mombasa mentre ormai ci si puó muovere liberamente nel resto del paese. Riprenderanno entro pochi giorni i voli interni, mentre rimangono sospesi quelli internazionali. Le scuole riapriranno solo l’1 settembre e per permettere lo svogimento del programma e degli esami l’orario e il calendario di quest’anno scolastico saranno variati. Come? Nei prossimi 30 giorni le autoritá competenti dovranno definire il calendario scolastico dei prossimi mesi e i protocolli da adottare per rendere possibile la riapertura delle scuole stesse e delle attivitá economiche del paese.

Il presidente Kenyatta ha detto chiaramente di essersi trovato di fronte ad una difficile scelta: pensare all’economia del paese, giá messa a dura prova dalla pandemia, o salvaguardare la vita della gente. Il virus infatti continua a diffondersi sempre piú velocemente. I casi confermati positivi sono, al 9 giugno, 2989 con un incremento medio giornaliero di un centinaio dall’inizio del mese. I morti sono ormai 88. Ma forse il dato piú preoccupante riguarda il sistema sanitario che è ormai vicino al collasso. I posti negli ospedali approntati per far fronte alla pandemia sono giá quasi tutti occupati, ha dichiarato  il Ministero della sanitá che ha fatto sapere che potrebbe essere costretto a dimettere chi ha superato la fase sintomatica pur non essendo negativo al tampone e a tenerlo in osservazione presso la sua abitazione. Con tutte le conseguenze del caso. Il contagio, finora tutto sommato contenuto, potrebbe diffondersi molto piú velocemente.

Noi di Cittadinanza siamo, come tutti, molto preoccupati. L’emergenza si sta prolungando oltre le piú pessimistiche previsioni mentre il ritorno alla normalitá si allontana e sará, per forza di cose, piú problematico. Sará piú difficile soprattutto per i bambini che seguiamo, per i quali l’interruzione cosí lunga degli interventi riabilitativi e terapeutici rischia di azzerare i progressi  faticosamente ottenuti.

Bruna Sironi, dal 2018 volontaria di Cittadinanza a Nairobi, collabora stabilmente con la rivista Nigrizia e ha alle spalle oltre 20 anni di cooperazione in Africa.