Phalesia o Mama Ezekiel, come la chiamano tutti a Paolo’s Home, ha solo 22 anni.
Vive a Kibera, ai margini della città di Nairobi. Dopo aver dato alla luce il suo piccolo Ezekiel, a cui è stata subito diagnosticata una paralisi cerebrale, è stata abbandonata dal compagno, che ora vive a poche baracche di distanza. 

Phalesia si è così ritrovata a dover tornare a casa della madre, insieme a due fratelli e al suo bimbo con bisogni speciali. La casa è una baracca di lamiera, come ce ne sono tante a Kibera. E’ composta da una sola stanza, troppo piccola per 5 persone.

La madre di Phalesia, e nonna di Ezekiel, vorrebbe affidare il bambino al padre, com’è la prassi in Kenya in caso di separazioni. Da persona molto religiosa e legata alle credenze popolari, come tanti nello slum, crede che il bimbo sia vittima di una maledizione o sia posseduto da uno spirito. Per di più, la nonna di Ezekiel costringe la figlia a consegnarle tutti i soldi guadagnati con il suo lavoro.

Marion, la psicologa del centro, raccoglie i dubbi di Phalesia e la aiuta ad elaborare e curare le sue ferite. “Come farò, adesso? Chi mi vorrà, se ho Ezekiel? Tutti incolpano me per la sua disabilità. Mia madre mi dice sempre – porta il bambino qui da questo stregone, portalo di qua da quest’altro -, convinta che possano togliergli gli spiriti e vuole che affidi il bambino alla famiglia del padre. Ma consegnare Ezekiel a un padre che neanche lo riconosce significa buttarlo via”.

Per Phalesia Paolo’s Home è stata una boccata d’aria. Al centro ha trovato accoglienza, risposte alle sue domande sulla condizione del suo bimbo, spiegazioni scientifiche contro tutte le credenze della nonna, la solidarietà di tante mamme nella sua stessa situazione, con cui confrontarsi e aiutarsi a vicenda. Ha trovato servizi che hanno migliorato la condizione del suo bimbo e un programma di risparmio e prestito rotativo che la sta aiutando a emanciparsi dalla relazione tossica con la madre. 

Marion, che ha seguito Phalesia sin dal suo arrivo a Paolo’s Home, di lei ci dice: “Ci sta davvero provando, è una donna molto forte e una grande lavoratrice. Lavora come donna delle pulizie in tre case diverse, spostandosi a piedi per molti chilometri per guadagnare qualcosa per sé e per il proprio bimbo. Nonostante questo, sorride sempre, è una persona davvero positiva. Anche quando vive giorni bui, poi si riprende e riacquista l’energia. Ama davvero il suo bambino, non si vergogna di lui, lo porta con sè ovunque. E’ davvero un grande esempio per tutte le madri di Paolo’s Home”.