Continuano gli aggiornamenti della nostra volontaria Bruna Sironi, che ci scrive dal Kenya.

In questi ultimi giorni l’evoluzione dell’epidemia in Kenya sta diventando preoccupante.

Le persone positive al virus sono ormai 581; 170 nuove in soli 5 giorni, 46 delle quali trovate ieri. E’ vero che il balzo in avanti dei casi confermati fa seguito alla decisione delle autoritá keniane di effettuare uno screening di massa in alcune zone considerate a rischio, ma il numero ogni giorno crescente dimostra che il virus passa ormai velocemente da persona a persona nelle comunitá e che nessuno puó sapere ormai quanti siano realmente i contagiati nel paese. Questo preoccupa molto il governo che ha annunciato entro la fine della settimana nuove misure di contenimento ancor piú serie di quelle giá in vigore.

Nairobi è la cittá con il maggior numero di positivi confermati; si contende il pericoloso primato con Mombasa. A Nairobi alcune zone sono ritenute maggiormente a rischio. Tra queste Kawanguare, il quartiere da dove arrivano molti piccoli pazienti dell’ambulatorio per la fisioterapia che Paolo’s Home ha aperto l’anno scorso nel centro comunitario di Kivuli.

Nei giorni scorsi a Kawanguare sono state organizzate postazioni per effettuare i controlli con i tamponi. Ben pochi si sono presentati. Il coronavirus fa paura, ma preoccupano ancor di piú le misure conseguenti all’essere trovati positivi. La quarantena che ne deriverebbe lascerebbe senza mezzi di sostentamento famiglie giá in gravissime difficoltá.

In questo contesto di paure che si intrecciano e si amplificano è calato enormemente l’afflusso agli ospedali. Chi sta male non cerca piú aiuto nel sistema sanitario per timore di essere trovato positivo al virus o di contrarlo alla guardia medica. Questo comportamento ha conseguenze molto gravi non solo per il contenimento dell’epidemia ma anche per la salute pubblica in generale. In particolare in questo momento dell’anno, in cui le piogge sono abbondanti e la stagione fredda si avvicina. E’ questo il periodo in cui le malattie dell’apparato respiratorio, in particolare le polmoniti, sono piú frequenti e si teme che il contagio ne possa essere ulteriormente facilitato.